I nodi fondamentali da conoscere

I nodi sono di fondamentale importanza per chi va per mare. Che si tratti di imbarcazione a vela o a motore, ogni buon marinaio deve conoscere i nodi. Vediamo allora insieme i principali…

 

Gassa d’amante

Questo è forse il nodo più utilizzato a bordo. Ha due caratteristiche fondamentali: realizza un occhiello utilissimo e sicuro in tante condizioni, ed è facile da sciogliere.

Questo nodo ha una tenuta eccezionale quando è sotto sforzo, quindi è ottimo per un ormeggio o per fissare drizze e scotte. Ma non è un nodo tuttofare, soprattutto perché se non è in tensione può tendere a sciogliersi. È impossibile eseguirlo su di una cima in tensione.

 

Nodo parlato (nodo del parabordo)

Pratico, semplice, attuabile in pochi secondi e, cosa non da poco, eseguibile anche con la cima sotto tensione. È la carta d’identità del nodo parlato, utilizzato soprattutto per fissare o rizzare qualunque genere di cosa sia presente a bordo, dai parabordi alle matasse di cima.

 

 

 

Nodo di bitta

Lo si chiama nodo di bitta, anche se più propriamente lo si dovrebbe chiamare nodo alla galloccia, dato che a bordo delle nostre barche di bitte, di solito, non ce ne sono.

A ben guardare, forse non si può nemmeno parlare esattamente di un nodo, visto che comunque lo si faccia, si tratta sempre di dare volta a una cima e non di assuccarla in un nodo.

 

Nodo bandiera

Anche detto nodo del tessitore, il nodo bandiera funziona bene per unire due cime di diverso spessore. Quindi va benissimo per fissare la bandiera al sagolino che serve per issarla. Non c’è da fidarsi molto invece di unire con questo nodo due cime per un ormeggio, perché il continuo succedersi di trazioni e rilasci cui sarebbe sottoposto il nodo, prima o poi rischierebbe di farlo sciogliere.

 

 

Nodo di bozza

Una cima incastrata, un corpo morto da accorciare, una linea d’ancoraggio da alleggerire. Quando è necessario trasferire la tensione da una cima all’altra, sono innumerevoli. Il repertorio dei tentativi che si vede mettere in pratica è fra i più vari, ma spesso con scarsi benefici. Ricorrere a un nodo di bozza è forse la soluzione più efficace.

 

 

Nodo d’ancorotto

Non rispetta una delle caratteristiche dei nodi in marineria, ossia quella di assuccare e garantire la tenuta, ma di poter essere sciolto facilmente nel momento in cui lo si desideri. Il nodo d’ancorotto una volta che si chiude è un nodo a perdere, come si usa dire, ossia se per qualche ragione si deve cambiare la cima, si deve fare ricorso al coltello e tagliare.

 

 

Nodo francescano

Le categorie entro cui può essere catalogato il nodo francescano sono quelle di nodo di appesantimento o di arresto. È facile da fare e viene insegnato moto presto ai ragazzi perché dà una certa soddisfazione nella sua realizzazione.

 

 

 

Nodo Savoia

Il nodo Savoia (o nodo a otto, nodo d’arresto, nodo d’amore) appartiene alla categoria dei nodi d’arresto. Questo nodo può essere eseguito su qualsiasi tipo di corda, anche se può presentare qualche problema con le cime elastiche in caso di cicli di carico e scarico a bassa tensione.