Uscire dal porto: regole e manovre per prendere il largo in sicurezza

Quali sono le operazioni da svolgere per avviare l’entrobordo, mollare gli ormeggi secondo la direzione del vento e lasciare l’approdo in tutta sicurezza? Vediamole in questo articolo

Analizziamo nel dettaglio i passaggi da compiere prima di mollare gli ormeggi e transitare in porto con la propria barca, fino ad uscire.

 

1. Accensione del motore

Prima di mettere in moto la propria barca, occorre assicurarsi che la manetta sia in posizione neutra. In altre parole la marcia deve essere disinserita.

Per sincerarsene basta premere il pulsante in corrispondenza del fulcro della manetta. Se questo, alla pressione del dito, non si schiaccia, significa che la marcia è ancora inserita. Di conseguenza bisognerà portare la manetta in posizione neutra.

Prima di mettere in moto, bisogna anche accendere le candelette di preriscaldamento per 10-15 secondi, tenendo premuto un pulsante solitamente indicato dalla scritta GLOW (alcune imbarcazioni potrebbero attivare le candelette già con la chiave).

Una volta acceso il quadro, le spie testeranno la propria operatività emettendo un fischio acuto (che dovrà udirsi anche in caso di motore malfunzionante). È bene ascoltare con attenzione questo rumore, sentire se è regolare, quindi osservare lo scarico d’acqua di raffreddamento a poppa, poiché i fiotti devono essere abbondanti.

Trascorso qualche minuto, il motore è riscaldato e pronto all’accensione.

 

2. Uso della manetta

Per avanzare al minimo, va spinta la manetta fino a udire uno scatto secco. Per accelerare, basterà accompagnarla ulteriormente in avanti. Per andare in retromarcia, basterà spostarla in senso opposto.

Attenzione solo che quando si inverte la rotta non bisogna farlo con un unico movimento, bensì fissare un istante la manetta in posizione neutra per evitare di danneggiare l’invertitore.

 

3. La partenza dal porto

Prima di mollare gli ormeggi è buona norma riporre al sicuro gli oggetti e gli indumenti che potrebbero intralciare le operazioni di manovra.

Per comprendere al meglio la procedura di partenza occorre prendere ad esempio un comune ormeggio in andana (una barca perpendicolare alla banchina e con la poppa a terra), due cavi d’ormeggio a terra e uno o due anche sul lato del canale (trappa).

 

4. Mollare i cavi di ormeggio

Liberarsi dalle cime che vincolano la barca alla banchina non è un’operazione casuale. Per prima cosa è importante individuare la direzione di provenienza del vento. A questo punto si procederà liberando il cavo sottovento rispetto agli altri (che potrebbe anche non essere in tensione a causa di una consistente spinta del vento sullo scafo). I cavi rimanenti riusciranno comunque a tenere la barca abbastanza ferma finché non saranno sciolti.

In assenza di vento è preferibile che l’ultimo cavo da mollare sia quello di prua, così da evitare che la poppa possa urtare la banchina.

Se il tuo equipaggio è abbastanza numeroso, è possibile sciogliere contemporaneamente tutti i cavi d’ormeggio.

Una volta liberata la trappa può essere lasciata cadere in mare, sincerandosi che sia completamente affondata prima di partire. In questo modo non si rischia di restare impigliati con la pinna di deriva o con la pala del timone o, ancor peggio, con l’elica.

 

5. Transitare in porto

La regola è che in porto si avanza lentamente, senza sollevare onde fastidiose per le barche ormeggiate. Il limite di velocità concesso è stabilito dall’Autorità Marittima competente per territorio (di solito di 2 o 3 nodi).

All’interno di porti e canali si tiene la dritta. È molto importante osservare i movimenti e le intenzioni degli altri, sincerandosi che abbiano intuito le nostre. Se per esempio una barca sta per intralciare il nostro percorso, bisogna avere la lucidità di rallentare immediatamente e fermarsi a debita distanza di sicurezza. Se serve, durante la manovra si può accendere il segnalatore acustico per attirare l’attenzione. Prudenza, comprensione e rispetto reciproco non sono mai eccessivi in porto e tengono alla larga le brutte sorprese.

 

6. La precedenza in uscita dal porto

Ad eccezione del porto di Brindisi (regolato da apposita ordinanza), le unità in uscita hanno la precedenza su quelle in entrata.

Sia all’interno che in prossimità del porto, quindi, occorre non intralciare in alcun modo le manovre e il transito delle grandi navi, dalle quali è anzi obbligatorio tenere una debita distanza.

Uscendo dal porto è possibile ritirare i parabordi e riporli in un gavone o in una sottocoperta, così che non possano essere d’ostacolo.

A questo punto è tutto pronto per la navigazione e per godersi la propria uscita in mare.